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Cucina giapponese in pillole

I nomi sono esotici, gli ingredienti semplici come riso, carne, pesce e verdure, ma sempre freschissimi e non mancano mai le spezie pronte ad arricchire i sapori. Stiamo parlando della cucina giapponese che nel Paese del Sol Levante è parte integrante del patrimonio culturale. A tal punto che, nel 2013 è stata inserita fra i Patrimoni orali e immateriali dell’Umanità dell’Unesco perché è nota per essere una delle cucine più bilanciate e salutari del mondo, considerata anche una parte importante della caratteristica longevità dei giapponesi.
La cucina tradizionale giapponese viene chiama nihon-ryori in lingua giapponese o washoku. In particolare questi nomi identificano la cucina prima del periodo Meiji in contrapposizione alla cucina Yoshoku (cucina occidentale), diffusasi in Giappone in seguito all’abolizione del periodo di sakoku. Durante quest’ultimo periodo, numerose pietanze di origine occidentale sono state importate e adattate ai gusti locali. Il riso rappresenta uno degli ingredienti principali, mentre la carne è generalmente assente dai piatti della tradizione, mentre i piatti più conosciuti sono quelli a base di pesce crudo come il sushi, il sashimi, ma anche ramen, udon e soba, oltre a quelli a base di tofu e natto.
Dimentichiamoci il primo e il secondo, il contorno e la frutta perché in Giappone di solito vengono portati in tavola tutti i cibi contemporaneamente e vengono consumati senza un ordine prestabilito. Tra le bevande sono diffuse il sakè (una bevanda alcolica tipicamente giapponese ottenuta da un processo di fermentazione che coinvolge riso, acqua e spore koji) e il tè verde.

Oltre all’uso del riso bianco e del pesce, dove spiccano soprattutto tonno e salmone, la cucina giapponese predilige anche l’utilizzo di alghe, verdure e salse dal sapore spiccato e persistente, come quella di soia, o il wasabi, ottenuto dal ravanello giapponese. Tra le ricette giapponesi più popolari e apprezzate anche in Occidente ricordiamo:

  • sushi, polpettine di riso bianco avvolte da uno strato di alga con un ripieno di pesce
  • sashimi, fettine di pesce crudo tagliate con un metodo ben preciso
  • ramen, una zuppa a base di spaghetti o tagliatelle accompagnate da pesce o carne
  • tempura, una frittura di verdure o pesce realizzata con una pastella leggera a base di farina di riso
  • zuppa di miso
  • gyoza, dei ravioli cotti al vapore o alla griglia, generalmente ripieni di verdure o di carne o pesce
  • yakisoba, spaghetti di grano saraceno con zenzero, verdure e carne o pesce, da saltare in padella
  • okonomiyaki, definito la “pizza giapponese” perché può essere condito con ciò che si vuole, tanto che si usa cucinare questo piatto direttamente al tavolo
  • yakitori, degli spiedini di pollo
  • tonkatsu, la cotoletta giapponese
  • nikuman, i panini al vapore nipponici, ripieni di carne di maiale
  • natto, un piatto dall’odore molto forte e dall’aspetto filamentoso, che però pare sia molto salutare – si tratta di fagioli di soia fermentati e serviti con salsa di soia
  • taiyaki, dei dolci a forma di pesce ripieni di crema azuki
  • dorayaki, divenuti conosciuti grazie ai cartoni nipponici: si tratta di due pancake sovrapposti con un ripieno di crema ai fagioli azuki

Riky Ayushi

Di padre giapponese e madre italiana, ben presto mi sono appassionato alla cultura orientale e, in particolare, a quella del Giappone dove mi sono recato più volte e dove ho i parenti di mia madre. Ritengo che la cucina rappresenti una parte importantissima della cultura giapponese e, per questo, mi sembra importante farla conoscere andando al di là, per quanto possibile, dei meri aspetti goderecci e di palato.

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